Espandi menu
cerca
Spring Breakers - Una vacanza da sballo

Regia di Harmony Korine vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Denden

Denden

Iscritto dall'11 novembre 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 17
  • Post -
  • Recensioni 6
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Spring Breakers - Una vacanza da sballo

di Denden
10 stelle

Nel ventre (marcio) degli Stati Uniti s’agita convulsa l’umanità (de)generata dal sogno americano, tutta party, coca e puttane. Isteriche adolescenti dai culi gommosi riprodotte in serie, corpi levigati da olii e modellati da steroidi, musica scratchata e distorta a commentarne i ludici misfatti.

Harmony Korine torna a raccontare e provocare. E sorprendere, anche. Cineasta, sceneggiatore, artista poliedrico refrattario alle definizioni precotte, cantore del disagio giovanile suburbano e giullare dall’espressione melanconica, Korine è l’uomo contro del cinema americano, colui che fa politica senza parlare di politica, autore di storie che vomitano crudeltà e cattivo gusto da tutti gli orifizi, scioccanti e bellissime. Lontano da scuole e accademie la sua è una formazione contratta sul campo, a contatto con adolescenze decomposte, vittime del degrado e dell’emarginazione. Prima sceneggiatore per Larry Clark (non ancora ventenne), poi regista per conto proprio, causa divergenze più o meno artistiche. Un esordio folgorante, Gummo, instant cult e film manifesto, storia sfilacciata ed episodica che racconta il vissuto dei reietti di Xenia (Ohio), colpiti da calamità naturali e umane. Classe 1973 e ancora oggi, con un solo passo a separarlo dai suoi primi anta, il suo cineocchio vortica e si concentra inesorabilmente sull’altra faccia della medaglia, sulle derive, pronto a documentare il doloroso dramma dell’esistenza virato sul grottesco a tinte acriliche. Freak e tossici, prostitute e psicopatici dal cervello cariato. Detriti di una società che macella i diversi. L’incubo americano. Tutto il cinema di Korine, in fondo, è un indugiare sulla diversità estromessa dall’omologazione ma non per questo più fortunata.

In concorso al Festival di Venezia, Korine presenta ‘Spring Breakers’ (letteralmente ‘Vacanze di primavera’, per noi italiani ossessionati dalle italianizzazioni), opera fiammeggiante e scorretta, fiera di oscenità a basso costo irresistibilmente seduttiva. Quattro ragazze (ad interpretarle Rachel Korine, Ashley Benson e i due volti Disney Vanessa Hudgens e Selena Gomez), icone di una falsa ribellione che si chiama conformismo, e un sogno: la pausa primaverile lontane dal college, dall’incolore monotonia quotidiana. Vicine alle assolate spiagge della Florida, a contatto con l’Utopia giovanilistica (leggi: sesso, droga e techno) e guidate da Alien (l’eclettico James Franco), losco ma romantico spacciatore dalla dentatura metallica, Tony Montana d’accatto, versione ultima dell’universo koriniano che le introduce in quel mondo prigioniero dei miti imposti, plastificato e luminescente, dove tutto è shit, fuck e bitch. Il regista californiano, miglia lontano da irritanti intenti didattici, perfora con violenza l’edulcorato involucro della lollipop generation, affonda le mani nel viscoso e marcescente immaginario catodico, sbeffeggia vezzi e vizi, usi e costumi di una cultura edonista precipitata nel baratro della brutalità. Opera lucida ed epilettica, dal sarcasmo graffiante come unghie sulla lavagna, Spring Breakers resetta e calcifica nel passato remoto tutti i teen movie prodotti fino a oggi, inaugurando un nuovo, morboso filone dall'indefinibile nomenclatura, figlio del videoclip, del porno soft, della spaventosa tv che fagocita menti e partorisce mostri. Figlio di uno stile che ingloba stili, quindi stile a sé. Un po’ John Waters un po’ Russ Meyer, Korine non gira un film bensì un accecante incubo al neon trasfigurato da un’iperbole estetica in continua ascesa, visivamente tracotante e scandito dalla flagellante partitura sonora composta da Skrillex e Cliff Martinez.

C’è chi parlerà di trash, chi di autocompiacimento, chi ancora di mediocrità. Personalmente, mi situo tra i più accaniti sostenitori di un cinema coraggioso e personalissimo che se ne fotte del buon senso. Spring Breakers forever.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati